Ancora sull’acqua: quantità, temperature e tempi di infusione

Il tema della settimana, come sapete, è l’acqua. Con questa seconda nota era mia intenzione chiudere sull’argomento accennando delle nozioni su dei temi che già sono stati oggetto di discussione in questo gruppo: quantità, temperature e tempi di infusione (mi soffermerò brevemente su ognuno, in quanto la trattazione completa necessiterebbe molto più spazio).

Iniziamo dalla quantità. Se pensavate che per preparare un tè «forte» fosse necessario aumentare il tempo di infusione o, peggio, la temperatura, sbagliavate di grosso! Per ottenere un tè più «forte» (che abbia lo stesso sapore, ma più intenso) bisogna aumentare il valore del rapporto foglie/acqua (cioè aumentare la quantità di foglie impiegata a parità di liquido ovvero l’inverso, cioè diminuire la quantità di liquido a parità di foglie impiegate). Potreste rispondermi che aumentando il tempo di infusione (tenendo fermo il rapporto foglie/acqua) il tè risulta comunque più forte e, in effetti, avreste ragione, ma il punto è che il sapore sarebbe diverso. Immaginate di avere un impianto stereo al massimo della sua potenza, ma ciononostante vogliate che la musica si senta più «forte», cosa fate? Aumentate i bassi (cioè il tempo di infusione). Il risultato? Avrete una pressione sonora effettivamente più forte (perché avrete estratto più sostanze), ma il suono risulterà probabilmente sbilanciato (perché avrete estratto troppe sostanze, tali da rendere confuse le percezioni aromatiche). Come ottenere quindi un suono più «potente» senza sbilanciare l’equalizzazione? C’è poco da fare, dovete mettere mano al portafogli e comprare un impianto più potente (aumentare la quantità di foglie).

Come avrete capito, l’acqua gioca un ruolo fondamentale nel processo di estrazione del tè. La temperatura di infusione è la temperatura dell’acqua durante l’estrazione e i tempi di infusione sono gli intervalli temporali durante i quali il tè è immerso nell’acqua di estrazione.

Partiamo dal primo parametro: la temperatura. Ogni tè, sebbene si tratti sempre di Camellia sinensis, ‘estrae’ le sue sostanze in modo diverso. Il tè verde, ad esempio, di norma estrae con molta facilità le catechine (principali responsabili dell’amaro), pertanto chi desidera gustare una tazza di tè verde ben bilanciata dovrà evitare che l’amaro prevalga su tutti gli altri sapori, sicché farà attenzione alla temperatura di infusione, dato che le catechine sono estratte più velocemente a temperature più elevate. Ogni tè, pertanto, ha la sua temperatura di infusione, fissata, in realtà, non seguendo una legge universale, ma sulla base dell’esperienza degli esperti di tè, in base ai loro gusti (pertanto le indicazioni sulla temperatura restano pur sempre delle indicazioni).

Mi appresto a concludere con i tempi di infusione. Ci sono sostanze che possono essere estratte soltanto superata una certa temperatura e sostanze che, semplicemente, sono estratte con più facilità superata una certa temperatura. Di conseguenza, anche prolungando l’infusione più del dovuto potremmo ottenere un liquore sbilanciato (non a caso la cura dei tempi di infusione sono alla base del Gong fu cha, cioè la tecnica cinese di infusione multipla del tè).

Sperando di non essermi dilungato eccessivamente, vi rinvio al file che girai qualche giorno fa per avere un quadro sintetico di alcune delle possibili combinazioni dei tre elementi che in questa nota ho sommariamente descritto.

Acqua e acque: una breve introduzione

Il tema della settimana è l’acqua. L’acqua è l’ingrediente principale del tè-bevanda, che in fin dei conti è una soluzione realizzata attraverso l’infusione. Per farla breve, l’acqua ha una funzione fondamentale nella preparazione del tè. Con una pessima acqua si otterrà probabilmente un pessimo tè.

Riporto una citazione, attribuita a Lu Yu, che – a prescindere dalla effettiva paternità – penso sia emblematica: «Il tè fatto con l’acqua dei torrenti montani è il migliore, l’acqua di fiume è adeguata, ma l’acqua dei pozzi è molto inferiore». L’acqua più indicata per le infusioni, infatti, è quella morbida, cioè con un basso residuo fisso (tipicamente morbide sono le acque raccolte ad alta quota). Acqua morbida, ma non distillata!

Un’elevata quantità di minerali disciolti (che è caratteristica delle acque dure) ha l’effetto di ridurre la portata estrattiva dell’acqua, mentre l’assenza assoluta di minerali (acqua distillata) ci restituirà un infuso piatto, in quanto i minerali giocano un ruolo fondamentale nella determinazione dell’aroma del liquore.

Pertanto, quando prepariamo il nostro tè scegliamo sempre un’acqua che sia – anzitutto – buona da bere, preferendo le acque raccolte ad alta quota (cioè naturalmente morbide). Per le mie infusioni in passato ho utilizzato la Sant’Anna (r.f. a 180°C: 22,0 mg/l), ma devo ammettere che attualmente preferisco la Levissima (r.f. 180°C: 80,5 mg/l), entrambe comunque con un residuo fisso inferiore a 100 mg/l, buone da bere e ottime per estrarre la Camellia sinensis.